(Adnkronos) –
Donald Trump riceve oggi 4 febbraio alla Casa Bianca il premier israeliano Benjamin Netanyahu, primo leader straniero in visita ufficiale dal nuovo presidente degli Stati Uniti. Sul tavolo, la seconda fase dell'accordo con Hamas – nell'ambito del cessate il fuoco a Gaza – e i rapporti tra Israele e l'Arabia Saudita. "Non ci sono garanzie che il cessate il fuoco a Gaza tenga. Non ho alcuna garanzia che la pace regga", ha detto Trump nello Studio Ovale rispondendo ai cronisti, prima che il suo inviato speciale per il Medio Oriente, Steve Witkoff, presente al suo fianco, precisasse: "Finora sta reggendo e abbiamo certamente la speranza di liberare gli ostaggi e salvare vite umane e, auspicabilmente, di ottenere una soluzione pacifica di tutto questo". Netanyahu, in attesa di vedere Trump, ha incontrato a Washington il magnate Elon Musk, che è anche a capo del Dipartimento per l'efficienza governativa. Durante il faccia a faccia si è discusso di come aumentare la cooperazione tra Israele e gli Stati Uniti nel campo dell'intelligenza artificiale. L'ufficio di Netanyahu, intanto, ha smentito la notizia riportata dall'emittente Canale 12 secondo cui il primo ministro israeliano chiederà a Trump, di effettuare un attacco alle strutture nucleari dell'Iran e di chiudere un accordo sulla normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita prima di passare all'attuazione della seconda fase dell'intesa con Hamas. "È una bugia totale che danneggia le famiglie degli ostaggi", ha affermato l'ufficio del primo ministro. Il rilancio dei rapporti con Riad è sotto i riflettori della stampa israeliana. Il quotidiano Haaretz ha sottolineato come Witkoff stia lavorando con le parti sulla formula di una dichiarazione che verrebbe resa nota al termine dell'incontro. Secondo il giornale, non è ancora chiaro se sarà solo simbolica o conterrà anche dettagli concreti. L'obiettivo principale dell'amministrazione Trump – spiega Haaretz – è promuovere rapidamente la normalizzazione tra lo Stato ebraico e l'Arabia Saudita, ritendendola la chiave per cambiare gli equilibri in Medio Oriente, sradicare definitivamente Hamas e bloccare il programma nucleare iraniano. In quest'ottica va letta la missione della scorsa settimana di Witkoff prima a Riad e poi a Gerusalemme. Prima che il massacro del 7 ottobre del 2023 frenasse il loro riavvicinamento, lo Stato ebraico e la monarchia del Golfo erano già arrivati a un buon punto nei colloqui tenuti sotto l'egida dell'amministrazione Biden. Le basi dell'accordo di normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita sono già state gettate e riguarderebbero soprattutto la cooperazione economica tra i due Paesi. Gli Stati Uniti fornirebbero all'Arabia Saudita reattori nucleari per la generazione di elettricità e stipulerebbero un patto di difesa con Riad. L'accordo includerebbe anche un impegno per un "percorso verso uno Stato palestinese". Secondo il giornale, non si può escludere che le parole di Trump, che ha auspicato un trasferimento dei palestinesi da Gaza in Egitto e in Giordania, siano una tattica per consentire all'Arabia Saudita di rivendicare successivamente di aver bloccato questo progetto. Il principale ostacolo alla conclusione dell'accordo è la guerra a Gaza. I sauditi chiedono la cessazione dei combattimenti per andare avanti nei negoziati. Trump lo chiarirà di nuovo a Netanyahu nel corso del loro incontro alla Casa Bianca. Ecco perché Witkoff ha insistito per un cessate il fuoco immediato nella prima fase dell'accordo sugli ostaggi. "Le discussioni sul Medio Oriente con Israele e vari altri Paesi stanno procedendo. Bibi (Benjamin, ndr) Netanyahu verrà martedì e credo che abbiamo in programma alcuni incontri molto importanti", ha confermato Trump domenica sera. L'incontro tra i due leader sarà decisivo anche in vista dell'inizio dei negoziati sulla seconda fase dell'accordo, per cui Hamas si è detta "pronta", Ci si aspetta che il presidente ribadisca il fatto che il gruppo non sarà in grado di mantenere il controllo di Gaza. Diversi diplomatici, con il via libera di Doha, stanno lavorando sulla formula che consenta di mettere da parte Hamas permettendo alla fazione palestinese di non essere umiliata. Netanyahu ritiene che un impegno pubblico del genere da parte di Trump possa spingere il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, ad allentare la pressione sul governo e a neutralizzare la minaccia di dimissioni, paventata dal leader della destra messianica se al termine della prima fase dell'accordo non dovesse riprendere la guerra nell'enclave palestinese. Al momento, c'è una notevole incertezza su come sarà la prossima fase del dialogo per Gaza. Il primo ministro del Qatar, che agisce come mediatore, ha sottolineato che non ci sono "dettagli chiari" su quando o come inizieranno i nuovi colloqui. "Speriamo di vedere qualche movimento nei prossimi giorni", ha affermato Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani durante una conferenza stampa a Doha. L'ufficio di Netanyahu, intanto, ha chiarito alla vigilia della sua partenza per gli Stati Uniti di aver concordato con Witkoff che "i negoziati sulla seconda fase dell'accordo sugli ostaggi inizieranno con l'incontro a Washington". —internazionale/[email protected] (Web Info)