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Strategie per società resiliente a rischi ambientali, il progetto Return

(Adnkronos) – I rischi ambientali e gli effetti legati al clima che cambia sono stati al centro del convegno che si è svolto a Trieste dal 4 al 6 marzo grazie al progetto Return (Multi-Risk Science for Resilient Communities under a Changing Climate), finanziato dal Pnrr. Il convegno 'Sfide scientifiche e gestionali per una società resiliente ai rischi ambientali in un clima che cambia', organizzato dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – Ogs, ha riunito più di 300 esperti per affrontare le sfide legate alla gestione del rischio e alla resilienza in un contesto di cambiamenti climatici sempre più evidenti.  Una tavola rotonda, cui hanno partecipato il Dipartimento della Protezione Civile, la Protezione Civile della Regione Friuli Venezia Giulia, l’Ogs, l’Arpa Fvg e la Fondazione Cima, ha affrontato i temi della gestione delle emergenze e della pianificazione a lungo termine per definire una strategia di protezione civile più efficace e lungimirante. L’obiettivo è stato quello di superare la logica della risposta reattiva e costruire una cultura della prevenzione e della resilienza, facendo dialogare attivamente tutti i soggetti coinvolti nella gestione dei rischi per prevedere, prevenire e mitigare gli impatti dei disastri naturali, migliorando la sicurezza dei territori e la capacità di risposta delle comunità.  “La gestione del rischio non può limitarsi all’intervento durante l’emergenza, ma deve fondarsi su una solida pianificazione basata sulle migliori conoscenze scientifiche disponibili – commenta Nicola Casagli, presidente dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – Ogs – Oggi abbiamo a disposizione strumenti avanzati di analisi multi-rischio, dati climatici sempre più accurati e tecnologie di monitoraggio in tempo reale, e dobbiamo integrarli in strategie efficaci per proteggere le nostre comunità”.  Un’altra sessione del convegno ha affrontato il tema della resilienza in termini di capacità di risposta ai diversi rischi ambientali e di origine antropica, in particolare in contesti urbani. “Per una migliore comprensione e previsione di effetti meteorologici estremi, sono stati presentati avanzamenti nella capacità di integrare diversi tipi di modelli per ottenere previsioni più precise, adattabili al contesto locale e alle crescenti variazioni climatiche. Questi sviluppi sono di particolare rilevanza per affrontare le principali problematiche legate alla gestione della risorsa idrica in ambiente urbano, soprattutto nelle aree esposte a rischi di contaminazione dell’acqua”, spiega Marina Lipizer, prima ricercatrice dell’Ogs e co-coordinatrice del comitato organizzatore del convegno.  “La gestione dei rischi multipli naturali e di origine antropica in contesti urbani ed industriali è particolarmente complessa, anche a causa delle molteplici necessità delle comunità. Tra i diversi obiettivi del progetto Return vi è proprio quello di integrare le più avanzate conoscenze sperimentali e previsionali, anche con il fine di sviluppare strategie preventive. Esempi sono la gestione dei rischi alluvionali nelle aree urbane e nelle aree di transizione tra l’ambiente marino e quello fluviale”, precisa Lipizer.  Con l’imminente obbligatorietà delle coperture catastrofali per le Pmi in Italia e normative analoghe già attive o in fase di discussione in altri Paesi Europei, il settore assicurativo è chiamato a un’evoluzione strategica. Ridurre il protection gap – ovvero il divario tra i danni subiti e quelli effettivamente coperti da polizze – richiede un approccio sempre più sofisticato nella comprensione e gestione dei rischi. Durante il meeting sono stati individuati alcuni elementi chiave per affrontare questa sfida: l’uso crescente di dati e modelli predittivi per analizzare le dinamiche climatiche e naturali, e il loro impatto sui portafogli assicurativi; la collaborazione tra compagnie assicurative, università e centri di ricerca, per favorire lo sviluppo di soluzioni innovative a beneficio dell’intera collettività e l’importanza della prevenzione.  Comprendere meglio le cause degli eventi estremi permette di promuovere azioni efficaci di mitigazione, che riducano i danni derivanti da fenomeni naturali. “I cambiamenti climatici rappresentano uno dei trend di cambiamento più rilevanti per il settore assicurativo e la sua gestione fa parte integrante della transizione verso una società più verde e resiliente che possa proteggere le famiglie e le imprese – afferma Francesca Monti, Group Head of Climate Hub di Generali – Il Gruppo Generali è infatti fortemente impegnato a promuovere partnership pubblico-private e a sostenere con le proprie competenze le istituzioni pubbliche nel raggiungimento di questo obiettivo. In tale contesto, contribuiamo concretamente all'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, nonché alla riduzione del divario di protezione per le comunità vulnerabili in tutto il mondo”.  l prodotti sviluppati nel corso del progetto Return possono contribuire in maniera significativa a supportare la valutazione dei rischi e dei loro impatti anche ai fini della definizione di polizze assicurative catastrofali. “La Fondazione Return, che annovera tra i partner il Dipartimento di Protezione Civile e Generali Assicurazioni, intende approfondire la collaborazione con compagnie assicurative e broker per confrontarsi sui modelli di valutazione dei rischi e promuovere lo sviluppo di una strategia da proporre agli enti governativi affinché le polizze catastrofali e gli eventuali obblighi vengano supportati in maniera scientificamente robusta e siano ispirati a principi di sostenibilità economica e inclusione nei riguardi dei cittadini”, commenta Andrea Prota, presidente della Fondazione Return. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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