L’INPS ha avviato un’importante riorganizzazione del proprio sistema di reclutamento e gestione del personale, ponendo al centro il concetto di competenza. Questa riforma mira a integrare conoscenze tecniche e capacità comportamentali, rispondendo così alle esigenze di un contesto lavorativo in continua evoluzione. Il dialogo con i sindacati ha segnato un passo fondamentale per ridefinire le modalità di selezione e sviluppo professionale dei dipendenti, in un momento in cui è necessario aggiornare le famiglie professionali e affrontare le carenze d’organico.
Una delle proposte più significative riguarda la riorganizzazione delle famiglie professionali. L’idea è di suddividerle in profili e sotto-profili, per riflettere le diverse competenze richieste dall’Istituto. Questo approccio integrato è progettato per rendere più efficiente la selezione, la valutazione e la formazione del personale, oltre a facilitare la progressione di carriera. L’INPS intende passare da una logica di sostituzione numerica a un modello che favorisca l’assunzione di profili specifici in carenza, affrontando in modo mirato le criticità di organico.
Il nuovo modello di reclutamento non si limita a ridefinire le famiglie professionali, ma introduce anche un approccio più sfumato nella selezione dei candidati. Oltre ai tradizionali titoli di studio, l’attenzione si sposterà sulle competenze analitiche e comportamentali. I prossimi concorsi non valuteranno solo i titoli, ma considereranno anche le competenze e le necessità operative specifiche delle diverse sedi territoriali. Questo cambiamento è cruciale per reclutare figure professionali altamente qualificate, necessarie per affrontare le carenze d’organico, soprattutto nelle regioni del Nord Italia.
Durante i confronti, i sindacati hanno sollevato diverse criticità. Il sindacato USB ha chiesto l’esclusione della competenza comportamentale dai criteri di selezione, temendo che possa influire negativamente sulle pari opportunità. Inoltre, è stata richiesta una mappatura dettagliata delle sedi per affrontare in modo preciso la carenza di organico e una chiara definizione delle modalità di certificazione delle competenze. La FP Cgil INPS ha, invece, richiesto maggiore trasparenza sui costi e sugli impatti economici delle riforme, nonché una gestione più precisa delle famiglie professionali.
Nel novembre 2024, è stato raggiunto un accordo sul nuovo Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (CCNI) INPS, che prevede importanti benefici per i dipendenti. Tra le novità, si segnala l’assegnazione di 5.249 differenziali stipendiali per il 2024 e un incremento del 10% per le indennità delle posizioni organizzative. Inoltre, secondo il Piano Triennale dei fabbisogni di personale 2024–2026, l’INPS prevede circa 7.000 assunzioni, in gran parte tramite nuovi concorsi pubblici. Entro dicembre 2024, saranno banditi concorsi per 2.500 posti, rivolti sia a diplomati che laureati.
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