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Manuel De Giovanni, Chirurgia Estetica: “Un percorso sanitario che necessita ascolto e attenzione”

(Adnkronos) –
Chirurgo generale, perfezionato in Chirurgia Estetica, il dottor De Giovanni opera nella struttura clinica sanitaria Sceb in Salento: “Per ogni intervento è fondamentale l’equipe medica. Il turismo sanitario? È un fenomeno che mi preoccupa”
 Lecce, 29 gennaio 2025.Negli ultimi anni, la chirurgia estetica ha vissuto una vera e propria rivoluzione. Sempre più persone, uomini e donne di ogni età, valutano l'idea di affidarsi a trattamenti estetici. Tra i motivi di questa crescente apertura, troviamo l'evoluzione delle tecniche chirurgiche, oggi sempre meno invasive, e la qualità dei risultati, che puntano a un aspetto naturale e armonioso. Ma cosa spinge realmente le persone a considerare questo passo? «Se una persona decide di rivolgersi a un professionista per modificare un aspetto del proprio corpo, probabilmente vivrà un disagio psicologico che condiziona le sue relazioni sociali – risponde Manuel De Giovanni, chirurgo generale perfezionato in Chirurgia estetica – È fondamentale dunque l’ascolto da parte del professionista, perché comprenda sin dall’inizio quali sono le motivazioni che hanno portato il paziente a prendere quella decisione». Una decisione che, sottolinea De Giovanni, non può mai essere ridotta a un semplice vezzo, ma deve essere ragionata sotto ogni aspetto. Per questo diventa fondamentale scegliere a chi rivolgersi, per garantire risultati soddisfacenti e un percorso sereno. Ma quali sono gli aspetti più importanti da considerare per scegliere il professionista a cui rivolgersi? «Un primo modo per certificare le competenze di un professionista è verificarne l’iscrizione alle principali associazioni di categoria, l’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica ed Estetica (AICPE) e la Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica (SICPRE). Un chirurgo estetico che svolge la propria attività senza alcuna qualifica (mettendo a rischio la stessa salute di un paziente) non può essere iscritto a una società scientifica riconosciuta e certamente non sarà accettato in una Casa di Cura privata o accreditata con il Servizio Sanitario Nazionale, dato l’obbligo legale di verificare titoli e competenze di ogni professionista, prima che questo possa essere accettato in organico. Nei casi di strutture ambulatoriali totalmente private, invece, prima di decidere se sottoporsi ad un intervento chirurgico, occorre verificarne la regolare autorizzazione sanitaria, verificare che i locali adibiti a sala operatoria siano separati dall’area visite, protetti da un’“area filtro” che impedisca l’accesso a chiunque. Tutto questo sembra scontato, ma purtroppo non è infrequente vedere strutture sanitarie dove personale non in divisa o senza le adeguate protezioni (mascherine, cappellino ed indumenti appositi) entrino ed escano dal blocco operatorio violando i principi essenziali del regolamento igienico sanitario e provocando evidentemente un sensibile aumento del rischio di infezioni. Naturalmente il consiglio è quello di rivolgersi a strutture che siano in grado di garantire le prestazioni in sicurezza, grazie a un’equipe medica richiesta dagli standard medico sanitari del caso. Recenti fatti di cronaca, purtroppo, dimostrano che anche semplici interventi eseguiti in regime ambulatoriale, se fatti senza anestesista rianimatore, rischiano di trasformare un sogno in tragedia». Proprio per questo l’eccellenza in chirurgia estetica, non si valuta solo in sede di intervento, ma in tutte le fasi, dalla preparazione al recupero. La fase peri-operatoria, in particolare, è cruciale per garantire il successo e il benessere del paziente: «L’assistenza post operatoria è cruciale. In chirurgia estetica il risultato è identificato nelle settimane, nei mesi successivi all’intervento, durante i quali l’equipe medica monitora costantemente lo stato del paziente e l’andamento di guarigione della ferita». Una prassi che, in caso di operazioni all’estero, difficilmente può essere seguita: «Il turismo sanitario è un aspetto che mi preoccupa – spiega De Giovanni – Molte persone vengono spinte a sfruttare servizi low cost che però non garantiscono standard di sicurezza accettabili, a partire dalla stessa assistenza post operatoria. Purtroppo, in situazioni come queste vale il detto “low cost, low quality”. La chirurgia estetica oggi è certamente una soluzione economicamente più abbordabile rispetto al passato, ma questo non vuol dire che debba essere svenduta. Anche perché la qualità dei materiali, di una struttura, di un percorso sanitario, ha un costo. Un costo che si riflette inevitabilmente sul costo finale dell’intervento». Interventi che offrono oggi una vasta gamma di soluzioni, pensate per rispondere a esigenze molto diverse. Ma quali i più richiesti? «Oggi si va dalla mastoplastica additiva alla chirurgia estetica del naso, fino alla liposuzione. Ultimamente, però, assistiamo a una crescita nella domanda di gluteoplastica, la cosiddetta chirurgia del lato B. Sono tutti interventi che eseguo presso la Casa di Cura San Rossore di Pisa e la struttura clinica sanitaria Sceb di Lecce, dove svolgo la mia attività da oltre dieci anni». Strutture ideali, nella loro eccellenza, per chi desidera migliorare il proprio aspetto, intraprendendo un percorso in modo consapevole e assistito, valorizzando non solo la bellezza, ma anche il benessere e la sicurezza.  
www.sceb.it
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