(Adnkronos) – L'avvio della Settimana Santa per la Chiesa del Carmine di Firenze quest'anno non è solo il consueto momento spirituale di grande importanza ma è anche l'occasione per valorizzare alcuni dei suoi capolavori restaurati grazie al sostegno di Friends of Florence. Fino a mercoledì 16 aprile sono previsti, infatti, presentazioni e convegni dedicati al patrimonio artistico conservato nella Cappella Brancacci, uno dei capolavori assoluti del Rinascimento fiorentino, frutto della collaborazione di due dei più grandi artisti dell'epoca, Masaccio e Masolino da Panicale, ai quali deve aggiungersi la mano di Filippino Lippi, chiamato a completare l'opera circa cinquant'anni dopo. Il "Progetto Bancacci", nato in seguito ai risultati emersi dagli studi eseguiti nel corso del cantiere realizzato fra il 2021 e il 2024, è l'evento pensato e organizzato per consegnare a studiosi, storici dell'arte, restauratori e al pubblico di cittadini e visitatori una visione approfondita di questo straordinario patrimonio artistico. Il 15 e 16 aprile si tiene un convegno di studi per dare conto degli esiti dell'ìintervento di restauro al ciclo di affreschi che ha condotto alla scoperta di caratteri materici ignoti in quel contesto figurativo. Sono passati esattamente 12 mesi da quando è iniziato il restauro della Madonna con Bambino della Chiesa di Santa Maria del Carmine, realizzato dallo Studio Ardiglione con l'alta sorveglianza della Soprintendenza alle Belle Arti di Firenze e il sostegno di Friends of Florence. A distanza di un anno, a intervento terminato, l'opera è tornata oggi, lunedì 14 aprile, alla Chiesa del Carmine La Madonna con Bambino è una statua in stucco policromo, risalente ai primissimi anni del Quattrocento realizzata per la devozione personale: è stata scoperta nei depositi della Chiesa dopo un lungo silenzio durato più di settant'anni. Fu infatti citata per l'ultima volta nel 1952, come un’opera collocata sull'ultimo altare a destra entrando in chiesa dedicato all’Arcangelo Raffaele. "Probabilmente fu in quel periodo che venne ricoverata nel convento dei Carmelitani e poi riposta e dimenticata nei depositi dove è stata trovata prima dell'odierno restauro – afferma Beatrice Rosa, dottoranda di Storia dell'arte dell’Università di Trento che ha condotto le ricerche sull'opera – Le fonti testimoniano che la Madonna con in braccio il Figlio ritratto in una posa sgambettante, fu donata da una 'pia donna' alla Chiesa di Santa Maria del Carmine nel 1642 e nel 1644 fu collocata sull’altare della Cappella Brancacci, dove rimase fino ai primi anni Settanta dell’Ottocento divenendo un vero e proprio oggetto di culto, portata in processione ogni estate per quasi duecentocinquanta anni. Per volontà dei fedeli fu realizzato un tabernacolo dorato che tuttora la conserva". L'opera fu creata con la tecnica 'a calco', una pratica seriale diffusa nel Quattrocento: da un prototipo ossia un’opera scolpita o modellata direttamente dall’artista, era ricavata una forma al negativo in gesso dal quale potevano essere eseguite moltissime copie. La Madonna con Bambino del Carmine appartiene alla tipologia più replicata nel Quattrocento, quella tradizionalmente riferita a Lorenzo Ghiberti ed appare come l’esemplare qualitativamente più elevato. La tecnica ebbe una grande fortuna, tanto che la maggior parte degli inventari dei palazzi fiorentini menzionano almeno "una Nostra Donna di gesso in un tabernacolo". Spesso accadde nel Seicento e Settecento che questi esemplari venissero donati a edifici di culto per diventare veri e propri oggetti devozionali, probabilmente come nel caso della Madonna con Bambino del Carmine. L'opera fin da subito ha rivelato l'alta qualità del proprio modellato, ricco di dettagli e sottosquadri profondi, caratteristiche rare per un manufatto ottenuto da uno stampo. La tecnica e la tavolozza pittorica rispecchiano la produzione Quattrocentesca fiorentina dell’epoca. Lo stucco era totalmente alterato da ridipinture e depositi atmosferici da sembrare un monocromo di tonalità marrone scuro. L'operazione di pulitura, eseguita da Angela Tascioni e Nicoletta Marcolongo dello Studio Ardiglione, con modalità differenziate zona per zona, ha riportato alla luce le tonalità cromatiche originali: il colore carnicino dei volti, il blu del manto e le decorazioni bulinate ad arabesco delle vesti. Interessanti particolari, come la camiciolina a pois del Bambino e l'anello all'anulare destro della Vergine, erano ancora conservati nonostante le diffuse abrasioni. La rimozione dei depositi incoerenti e l'asportazione delle ridipinture sono state supportate da analisi stratigrafiche eseguite su microcampioni degli strati preparatori e pittorici. L'intervento di restauro ha compreso le operazioni di fermatura e consolidamento degli strati preparatori e pittorici, la stuccatura e l'integrazione cromatica delle lacune e la ricucitura delle abrasioni del film pittorico. Organizzato dal Comune Firenze, dalla Soprintendenza, dal Cnr, dall'Opificio delle Pietre Dure e da Friends of Florence, il convegno si articola in un confronto, in un approfondimento e in un dialogo tra diverse discipline applicate alla conservazione e alla valorizzazione del ciclo pittorico realizzato da Masolino, Masaccio e Filippino Lippi. La prima giornata prevista martedì 15 aprile dalle ore 9 alle 18 nella Sala d'Arme di Palazzo Vecchio è dedicata all'analisi delle vicende che hanno interessato il ciclo pittorico e allo studio degli affreschi e all’approfondimento sulla tavolozza pittorica e sulle tecniche esecutive. La seconda giornata, mercoledì 16 aprile, dalle 9 alle 17 presso la Sala Vanni nel Convento di Santa Maria del Carmine, sarà focalizzata sugli aspetti conservativi. Saranno trattati lo stato di conservazione, l’approfondimento sull’intervento di restauro, nonché le nuove metodologie e le tecniche di divulgazione e valorizzazione più funzionali alla fruizione e alla tutela di questo straordinario patrimonio artistico. Il convegno sarà aperto dai saluti istituzionali di Giovanni Bettarini, assessore alla Cultura del Comune di Firenze, Antonella Ranaldi, soprintendente di Firenze, Costanza Miliani, direttore facente funzioni di Cnr-Ispc, padre Raffaele Duranti, parroco della Chiesa di Santa Maria del Carmine, Emanuela Daffra, soprintendente dell'Opificio delle Pietre Dure, e Simonetta Brandolini d'Adda, presidente di Friends of Florence. —[email protected] (Web Info)