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Indagine per violenza sessuale, La Russa: “Credo a innocenza di mio figlio, mi affido a magistrati”

(Adnkronos) – Il presidente del Senato Ignazio La Russa risponde alle domande dei cronisti sulla vicenda che riguarda il figlio Leonardo Apache, indagato a Milano con l'accusa di violenza sessuale. "Non ho mai fatto dichiarazioni (sulla vicenda, ndr), naturalmente nessuno mi può vietare di credere interamente all’innocenza di mio figlio, ma non ho niente da dire: mi affido ai magistrati", ha detto. 
La vicenda privata si è intrecciata, di recente, con l'indagine su Equalize, la società di dossieraggio illecito che ha portato ad alcuni arresti nell'ottobre scorso. Samuele Calamucci, uno degli hacker, al centro dell'inchiesta ha riferito di una telefonata tra Enrico Pazzali e "Ignazio" con al centro la vicenda sul presunto stupro e di un'altra telefonata, invece, con un presunto carabiniere. Il presidente del Senato ha escluso che abbia mai confidato al telefono con Enrico Pazzali dell'inchiesta sul figlio Leonardo Apache: "Io non la ricordo la chiamata e non credo che ci sia stata, ma è ininfluente: prima di tutto per la data in cui viene collocata e soprattutto perché io non avrei mai potuto neanche immaginare che il presidente di Fondazione Fiera Milano avesse come seconda attività quella di spionistica". Se inizialmente quella chiamata viene collocata quando la vicenda non è ancora nota, ora appare chiaro che invece la discovery c'era già stata. "Mi riporto a Il Fatto quotidiano di oggi che devo dire, per una volta correttamente, ha registrato che la notizia data il primo giorno era inesatta. Quello che posso ribadire è che mi risulta di non averne mai parlato, neanche dopo. Con Pazzali ogni due mesi mi sentivo, quindi è tutto possibile, ma sicuramente quello che posso certificare è che non ho mai saputo non solo che esistesse Equalize, ma che lui ne avesse parte attiva", ha affermato La Russa. Pazzali, presidente della società di via Pattari, "mi ha mandato delle scuse per via indiretta" ha aggiunto La Russa che sull'altra telefonata – messa a verbale da Calamucci – ha replicato: "Una cosa è sicura, non era uno che conoscevo altrimenti la planimetria di casa mia la chiedeva a me".  La Russa è stato intercettato dai giornalisti al termine dell'udienza davanti alla giudice delle indagini preliminari di Milano Silvia Perrucci in relazione ad una querela presentata dall'esponente di Fratelli d'Italia per diffamazione aggravata in merito a quanto andato in onda su Report: il programma nell'ottobre del 2023 si è soffermato sulla 'dinastia' familiare, in particolare del padre di Ignazio La Russa. La procura di Milano aveva chiesto l'archiviazione del fascicolo. Il giudice si è riservato sulla decisione. "Nella mia lunga carriera di avvocato e uomo politico – ha detto La Russa – non ho querelato nessun giornalista perché ritengo che sia una professione da esercitare in piena libertà. In questo caso sono venuto all’udienza di opposizione (all'archiviazione, ndr) non tanto per me, ma per difendere l'onorabilità della mia famiglia e in particolare di mio padre, offesi da due puntate della trasmissione Report sulla base di documenti e testimonianze la cui veridicità appare a dir poco dubbia e di fronte alle quali la discriminante del diritto di cronaca non pare avere sussistenza". —[email protected] (Web Info)

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