(Adnkronos) – Con l'avvento e lo sviluppo dell'intelligenza artificiale "c’è in atto un cambiamento epocale. Siamo davanti a un nuovo rinascimento, un nuovo mondo. C’è chi lo guarda con diffidenza e chi vede un’opportunità per efficentare lo studio professionale. Il pro è certamente nell’agevolazione del lavoro. Il rischio è nella maggiore concorrenza tra chi si può permette i sistemi di intelligenza artificiale sofisticati e chi no. A rischio, inoltre i collaboratori di studio che esercitano in regime di monocommitenza". Così Carlo Foglieni, presidente di Aiga, (Associazione Italiana giovani avvocati), racconta ad Adnkronos/Labitalia, le nuove sfide che l'intelligenza artificiale sta ponendo per il futuro dell'Avvocatura. E gli avvocati sembrano aver capito la centralità dell'Ia per il futuro tanto che tra gli argomenti più attuali e richiesti nella formazione "su tutti c'è l’intelligenza artificiale e ciò che riguarda la riforma Cartabia e i suoi correttivi. Dunque, un aggiornamento costante soprattutto sulle procedure. Altro argomenti 'caldi' sono la sostenibilità e in generale quelli obbligatori per restare negli elenchi delegati vendite e compositori crisi di impresa”. Quindi le sfide legate alle nuove tecnologie spesso corrono parallele a quelle legate alla sostenibilità e alla transizione ecologica. “Anzitutto la sostenibilità come materia per le imprese, quindi un avvocato che sia consulente degli imprenditori. Ma allo stesso tempo gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 devono essere anche adattati all’interno della professione: su tutti vale l’esempio degli studi legali, che hanno necessità di diventare sostenibili nel senso tecnico del termine", sottolinea Foglieni. Ma come si sviluppa oggi l'aggiornamento professionale degli avvocati sui temi legati a queste sfide? “Per quest’anno -spiega Foglieni- sono 15 i crediti formativi di cui 3 deontologici in materia di ordinamento forense. C’è la possibilità di farlo in presenza o da remoto. Anche per quest’anno c’è stata una deroga perché la formazione da regolamento dovrebbe essere triennale, invece è di fatto, diventata annuale dopo la pandemia. In mancanza del raggiungimento dei 15 crediti, è prevista una sanzione deontologica”. Alla formazione continua "ci fatto dovrebbero partecipare 240mila avvocati, cioè tutti quelli abilitati in Italia. Il numero di corsi? Difficile fare una stima, ma immaginiamo che soltanto Aiga in tutto ne organizza uno al giorno con le sue sezioni territoriali, più tutti gli altri: forse c’è persino un eccesso di offerta formativa”, conclude. —lavoro/professionistiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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