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Germania verso la Grande Coalizione, conclusa la prima fase dei negoziati

(Adnkronos) – Si avvia alla conclusione in Germania la prima fase dei negoziati per la formazione di un futuro governo di Grande Coalizione tra l'Unione (Cdu/Csu) e la Spd. Per oggi è previsto che i 16 gruppi di lavoro – composti ciascuno da 16 persone – presentino per iscritto i risultati delle loro deliberazioni. Questo materiale verrà poi esaminato nei prossimi giorni. Tutti gli argomenti su cui non è stato ancora raggiunto un accordo – alcuni gruppi hanno già presentato le loro conclusioni nel fine settimana – saranno discussi all'interno di un team più ristretto.   Ma non una semplice riedizione della Grande Coalizione: il candidato cancelliere dell'Unione Friedric Merz vuole infatti un nome più adatto, se non più accattivante. Non più GroKo (Grosse Koalition) dunque, anche perché – ha ammesso lo stesso Merz alla Bild – "non si può più con queste ristrette maggioranze in Parlamento".  Finora, i partiti hanno dato vita ad una grande coalizione quattro volte. La prima è stata nel 1966, le altre tre Grandi Coalizioni nel governo federale sono seguite sotto la guida della Cancelliera Angela Merkel (Cdu). Il termine GroKo si è affermato durante il terzo gabinetto Merkel. GroKo è diventata la parola dell'anno nel 2013. Alla domanda su come chiamerebbe invece l'alleanza con la Spd, Merz ha chiarito che il nome più adatto "verrà trovato insieme". "Forse una Coalizione di lavoro rosso-nera o una Coalizione di partenza e rinnovamento", ha ipotizzato. Chiarendo che per ora "si tratta solo sui contenuti".  Nell'ultimo dibattito del vecchio Bundestag, anche la futura opposizione ha 'rinominato' la coalizione, ma in modo poco lusinghiero: la leader dei Verdi Franziska Brantner, ha definito l'alleanza tra Unione e Spd una “KleiKo”, ovvero una piccola coalizione. Il capogruppo della Fdp Christian Duerr l'ha invece definita “SchuKo”, ovvero coalizione del debito. Al momento comunque è probabile che la questione resti marginale. In attesa di colmare le divergenze e spianare la strada al prossimo governo. 
Divergenze nei gruppi di lavoro sono emerse in particolare sulle questioni relative alle tasse, alla politica sociale e al contenimento dell'immigrazione irregolare. Alle 17, i gruppi di lavoro e i loro negoziatori presenteranno le loro conclusioni. I punti controversi dei negoziati di coalizione che non verranno risolti in modo definitivo finiranno poi ai leader dei partiti. Chiaro è che la pressione su entrambe le parti, non solo sui loro leader, è enorme. Se non altro perché non ci sono alternative. Una coalizione rosso-rosso-verde o nero-verde non avrebbe i numeri. Escluse le alleanze con la sinistra e l'AfD, Unione e Spd sono quindi condannate alla convivenza se non si vuole far precipitare il Paese nel caos. Al tempo stesso, osserva Der Spiegel, nessuno dei due potenziali partner attraversa un periodo facile. Il risultato elettorale della Cdu/Csu è stato inferiore alle aspettative, mentre la Spd ha subito una pesante sconfitta. E in presenza di risultati scarsi, la base preme per far emergere nuovamente un profilo più forte. I toni della campagna elettorale inoltre sono stati particolarmente duri e la polarizzazione ha fatto sì che molti membri della base della Cdu/Csu non siano in buoni rapporti con i socialdemocratici. Viceversa, Friedrich Merz è percepito con ostilità da molti esponenti Spd. L'atmosfera tra i partiti era molto migliore durante la grande coalizione sotto la cancelliera Angela Merkel. Quanto ai contenuti, malgrado il massimo riserbo richiesto, trapelano notizie di divergenze in alcuni settori, ad esempio le finanze: la Cdu/Csu vorrebbe ridurre l'imposta sul reddito delle società e allo stesso tempo tagliare la spesa pubblica. I socialdemocratici vogliono concentrarsi sulle entrate e non sui tagli, ad esempio introducendo una tassa sulle transazioni finanziarie o una tassa sul patrimonio. Si tratta di conflitti antichi che hanno sempre diviso i due partiti. (segue) Anche la questione dell'immigrazione è ancora in discussione. La Cdu/Csu vuole il respingimento alle frontiere, che la Spd rifiuta categoricamente. E i toni si fanno aspri, sottolinea il settimanale di Amburgo. "Spetta ora alla leadership del partito Spd garantire che i suoi negoziatori non oltrepassino il limite", ha dichiarato al quotidiano Handelsblatt il politico cristianodemocratico Christoph de Vries. "Altrimenti sarà molto difficile", ha aggiunto, minacciando indirettamente un fallimento dei negoziati.  Tuttavia, è probabile che nelle dichiarazioni attuali sia in gioco anche molta psicologia. La politica migratoria viene combattuta sui dettagli, oggetto di dibattito tra gli esperti. I negoziatori devono inviare segnali all'interno dei loro partiti, per indicare che sono decisi a lottare per ogni millimetro. Tenendo conto dell'AfD, la Cdu/Csu è determinata a trasmettere il messaggio di un'importante inversione di rotta nella politica migratoria. Non è detto però che non ci sia lo spazio per un compromesso. La questione finanziaria appare più complessa, una soluzione sembra destinata ad uscire solo dal tavolo dei grandi leader.  Tutto questo a poche ore dalla sessione costituente del nuovo Bundestag, quello emerso dal voto del 23 febbraio, che domani avrà il suo battesimo. Uno dei punti all'ordine del giorno è l'elezione della presidenza.  —internazionale/[email protected] (Web Info)

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