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Gaza, Hamas accusa: raid su tenda di sfollati, morti 5 bimbi. Sirene suonano in Israele

(Adnkronos) – Continuano gli attacchi di Israele nella Striscia di Gaza. L'agenzia di difesa civile di Gaza ha reso noto che un attacco aereo israeliano ha colpito una casa e una tenda che ospitava sfollati, uccidendo almeno otto persone, tra cui cinque bambini, nel giorno in cui i palestinesi osservano l'inizio di Eid al-Fitr.  L’attacco è avvenuto mentre sia Hamas che Israele hanno confermato di aver ricevuto una nuova proposta di tregua dai mediatori, volta a fermare le ostilità durante la festività. "Ci sono otto martiri, tra cui cinque bambini, a seguito di un attacco aereo israeliano all'alba su una casa e una tenda che ospitava sfollati a Khan Yunis", ha dichiarato all'Afp Mahmud Bassal, portavoce dell'agenzia di difesa civile. Secondo funzionari israeliani citati da Haaretz, sebbene rimangano ampie divergenze tra Israele e Hamas sulla ripresa di un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, esiste la volontà di proseguire i negoziati. Nella giornata di ieri, una fonte israeliana ha riferito alla testata che i mediatori di Egitto, Qatar e Stati Uniti sono attesi per esercitare forti pressioni su entrambe le parti nel tentativo di raggiungere una svolta, ma ha avvertito che "è troppo presto per sapere quali siano le reali possibilità di successo". Con la ripresa degli attacchi a Gaza all’inizio del mese, il premier Benjamin Netanyahu ha dichiarato che i negoziati per la liberazione degli ostaggi si svolgeranno solo "sotto il fuoco".  Israele ha confermato di aver ricevuto una nuova proposta di tregua con rilascio di ostaggi da parte dei Paesi mediatori e di aver avanzato una controproposta. La dichiarazione israeliana è arrivata dopo notizie secondo cui Hamas avrebbe accettato una proposta egiziana per la liberazione di cinque ostaggi vivi in cambio di un cessate il fuoco di 50 giorni a Gaza. Tuttavia, secondo diversi media, l'offerta non soddisfa le richieste israeliane, che insistono sul rilascio di almeno 10 o 11 ostaggi vivi per riprendere la tregua.  Tutte le versioni della tregua finora riportate prevedrebbero il rilascio del cittadino israelo-americano Edan Alexander. Secondo Haaretz, un alto funzionario israeliano ha recentemente dichiarato che garantire la liberazione di Alexander "toglierà la pressione americana dalle spalle di Netanyahu su tutto ciò che riguarda la questione degli ostaggi o il futuro del conflitto a Gaza", aggiungendo che questo porterebbe anche il presidente statunitense Donald Trump a perdere interesse nella vicenda. Intanto oggi le sirene di allarme hanno risuonato in diverse località del centro di Israele, tra cui alcune vicine a Gerusalemme e in insediamenti della Cisgiordania. Un missile balistico lanciato dalle forze Houthi dello Yemen, sostenute dall'Iran, è stato intercettato con successo dalle difese aeree israeliane. Lo ha reso noto l'Idf, citato dal Times of Israel. Il missile è stato abbattuto prima di attraversare i confini del Paese e non sono stati registrati danni o feriti nell'attacco. L'attacco segna almeno l'ottavo lancio Houthi verso Israele dal 18 marzo, giorno in cui l'esercito israeliano ha ripreso l'offensiva contro Hamas nella Striscia di Gaza. Le milizie Houthi dello Yemen hanno annunciato di aver effettuato anche tre attacchi nelle ultime 24 ore contro la portaerei statunitense Harry S. Truman, la principale piattaforma di lancio dell’operazione di bombardamenti ordinata due settimane fa dal presidente Donald Trump contro l'insurrezione yemenita. In un comunicato diffuso nelle prime ore del mattino, il portavoce militare delle forze Houthi, il colonnello Yahya Sarea, ha dichiarato che "l'operazione è stata condotta con diversi missili da crociera e droni", senza fornire informazioni sui risultati dell'attacco. Anche il Comando Centrale dell’Esercito degli Stati Uniti (Centcom), che coordina l'operazione contro i ribelli, non ha ancora rilasciato dichiarazioni in merito.  Il colonnello Sarea ha ribadito che la campagna Houthi contro la navigazione nel Mar Rosso è un gesto di sostegno alle milizie palestinesi che combattono a Gaza contro Israele. "Non smetteremo di sostenere il popolo palestinese oppresso finché l'aggressione contro Gaza non cesserà e l'assedio non sarà revocato", ha affermato il portavoce militare. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu volerà mercoledì in Ungheria per incontrare in serata l'omologo ungherese Viktor Orbán. Nonostante la guerra in corso e i negoziati per il rilascio degli ostaggi, Netanyahu dovrebbe fare ritorno in Israele solo domenica. Lo rende noto Haaretz.  L'Ungheria sarà la prima nazione europea visita da Netanyahu dopo che, lo scorso novembre, la Corte Penale Internazionale dell'Aia ha emesso un mandato di arresto nei suoi confronti. L'Ungheria aveva annunciato sin da subito che non avrebbe eseguito il mandato di arresto.   —internazionale/[email protected] (Web Info)

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