(Adnkronos) – Dai dazi del 25% alle minacce di annessione, nell'esplosiva politica estera del primo mese e mezzo di presidenza di Donald Trump spicca l'amore-odio che mostra verso il Canada. Secondo alcuni all'origine di questo contrastato sentimento c'è il risentimento del tycoon per il fallimento delle sue Tower a Toronto e Vancouver, e la voglia di riscatto del presidente imprenditore che vede in un Canada 51esimo stato il capolavoro politico-immobiliare che suggellerà la sua presidenza. Naturalmente, c'è poi la profonda antipatia per Justin Trudeau, il premier che Trump accusò di essere "disonesto" e "debole" quando, nel giugno del 2018, lasciò in anticipo il vertice del G7 che allora, come anche quest'anno, era presieduto da Ottawa. Già in quell'occasione, Trump minacciò di adottare dazi sulle auto prodotte in Canada. Non a caso in questi mesi di attacchi e pressing contro il Canada, culminati appunto con l'entrata in vigore dei dazi al 25% con cui avvia una guerra commerciale con uno dei principali partner Usa, Trump ha accusato Trudeau di aver distrutto il Paese che avrebbe l'unica sua speranza nell'annessione da parte degli Usa, riservando invece parole di simpatia e amore per il popolo canadese. Un atteggiamento che, a parte avere avuto l'effetto contrario di mobilitare lo spirito patriottico dei canadesi e far risalire nei sondaggi il partito Liberale che il 9 marzo nominerà il nuovo leader al posto del dimissionario Trudeau, anche chi è stato vicino al tycoon stenta a capire. "Non riesco a farmi un'idea, non so se sia una sorta di strategia", ha detto al New York Times Stephen Moore, economista della Heritage Foundation che è stato consigliere di Trump, avvisando che "con lui la politica è personale". In Canada, intanto, stanno emergendo varie teorie riguardo alle mire espansionistiche di Trump, e lo stesso Trudeau le ha illustrate recentemente in pubblico. "Non solo l'amministrazione Trump sa quanti minerali cruciali abbiamo, ma potrebbe essere per questo che continuano a parlare di assorbirci e trasformarci nel 51esimo stato", ha detto il premier affermando che gli americani "vogliono poter avere vantaggi" dalle riserve minerarie canadesi. "E Trump ha in mente che il modo più facile per farlo è assorbire il nostro Paese, questa è una cosa reale", ha avvisato il premier. E non è forse un caso se il leader del conservatori canadesi, Pierre Marcel Poilievre, il beniamino di Trump, Elon Musk ed altri esponenti del mondo Maga che per oltre un anno ha avuto un vantaggio di oltre 20 punti nei sondaggi, la scorsa settimana si è visto superato di due punti dai Liberali, in testa ai sondaggi per la prima volta in quattro anni. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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