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Crisi occupazionale a Trieste: il futuro incerto dei lavoratori U-blox

La situazione attuale dello stabilimento U-blox

La multinazionale svizzera U-blox ha recentemente annunciato il licenziamento di 198 dipendenti presso il suo stabilimento di Prosecco, nel comune di Sgonico, in provincia di Trieste. Questa decisione ha suscitato forti reazioni da parte dei sindacati, in particolare dell’Usb, che ha avviato trattative con la dirigenza per cercare di mitigare l’impatto di questa crisi occupazionale. I lavoratori, per lo più ingegneri e tecnici impiegati nella ricerca e sviluppo, si trovano ora in una situazione di grande incertezza.

Le proposte del sindacato e le reazioni dei lavoratori

In seguito a un incontro con i vertici di U-blox, il sindacato Usb ha proposto l’adozione della cassa integrazione per i lavoratori, come misura temporanea per allungare i tempi e consentire a un potenziale acquirente di valutare l’acquisizione dello stabilimento. Tuttavia, questa proposta è stata accolta con cautela dai lavoratori, che temono le conseguenze economiche della cassa integrazione, che richiede un’integrazione salariale e comporta la rotazione dei dipendenti per evitare periodi prolungati di inattività.

Il contesto economico e le sfide future

La crisi di U-blox si inserisce in un contesto più ampio di difficoltà economiche che stanno colpendo la provincia di Trieste. Altre aziende, come Flex e Tirso, stanno affrontando situazioni simili, con chiusure e licenziamenti che mettono a rischio centinaia di posti di lavoro. La vendita dello stabilimento Flex a un fondo tedesco ha sollevato ulteriori preoccupazioni tra i lavoratori, mentre la situazione di Tirso rimane incerta, con la produzione ferma e gli operai in cassa integrazione da mesi. Questo scenario complesso richiede un intervento deciso da parte delle istituzioni e dei sindacati per tutelare i diritti dei lavoratori e garantire un futuro dignitoso per tutti.

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