L’Assegno di Inclusione (Adi) è una misura fondamentale per supportare le famiglie in difficoltà economica, introdotta dal decreto-legge n. 48. Questa iniziativa è rivolta a famiglie con un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) fino a 9360 euro, che presentano almeno un componente con disabilità, minorenne, over 60 o in condizioni di svantaggio. Tuttavia, per garantire l’efficacia di questo sussidio, l’INPS ha avviato controlli rigorosi per monitorare i beneficiari e le loro situazioni lavorative.
Un aspetto cruciale delle nuove disposizioni è l’obbligo per i beneficiari di comunicare l’inizio di un’attività lavorativa entro 30 giorni dalla data di assunzione. Questa comunicazione è fondamentale per evitare la sospensione temporanea dell’Assegno di Inclusione, che può durare fino a tre mesi. Se il beneficiario non adempie a questo obbligo, rischia di perdere definitivamente il diritto al sussidio. L’INPS ha reso disponibile il modello ADI-Com esteso, che semplifica la comunicazione delle variazioni reddituali e consente ai beneficiari di dichiarare il reddito percepito in modo chiaro e diretto.
Dal 2024, i beneficiari che avviano un’attività lavorativa o partecipano a programmi retribuiti possono utilizzare il modello ADI-Com esteso per notificare le variazioni reddituali. Questo modulo richiede l’inserimento di dati personali e informazioni dettagliate sul reddito da lavoro. È possibile inviare il modulo online sul sito dell’INPS, utilizzando credenziali SPID, CIE o CNS. Per coloro che incontrano difficoltà, è possibile richiedere assistenza presso i Centri di Assistenza Fiscale (CAF) o i patronati. È importante notare che i beneficiari con redditi annuali inferiori a 3.000 euro lordi non vedranno ridotto l’importo dell’Assegno, mentre eventuali redditi superiori influenzeranno il beneficio a partire dal mese successivo.
A partire da giugno 2024, l’INPS ha intensificato i controlli per rilevare eventuali omissioni nella presentazione del modello ADI-Com esteso. In caso di mancata comunicazione entro i termini stabiliti, la prestazione viene sospesa temporaneamente. Se il ritardo supera i tre mesi, il diritto all’Assegno decade. Queste misure sono state introdotte per garantire la trasparenza e la corretta destinazione dei fondi pubblici, assicurando che l’Assegno di Inclusione venga erogato solo a chi ne ha effettivamente diritto.
È importante sottolineare che alcune attività, come i tirocini di inclusione gestiti dai servizi sociali, non richiedono una comunicazione immediata. Questi percorsi formativi possono contribuire a migliorare la condizione lavorativa dei beneficiari senza influire immediatamente sull’assegno. L’INPS, con queste disposizioni, intende contrastare l’evasione informativa e garantire che i fondi dell’Assegno di Inclusione siano destinati a chi ne ha realmente bisogno, incoraggiando le famiglie in difficoltà a rispettare le normative e a comunicare tempestivamente ogni variazione di reddito.
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