(Adnkronos) – Servono carceri più moderne, per permettere attività socializzanti e lavorative, perché la finalità della pena rimane sempre quella rieducativa. Con un programma di formazione per garantire ai detenuti l'accesso a percorsi di studio e lavoro qualificanti. E' l'accorato appello che lancia l'Aiga (Associazione Giovani Avvocati), in occasione del consiglio direttivo in corso oggi e domani a Cosenza dal titolo 'Diritti fondamentali, il coraggio di essere umani'. “Un tema -spiega ad Adnkronos/Labitalia Carlo Foglieni, presidente Aiga – che non può non toccare l’emergenza carceri, per il quale riteniamo urgente una riforma dell’ordinamento penitenziario. Qualche anno fa, Aiga ha istituito un Osservatorio per monitorare su tutto il territorio nazionale la situazione carceraria: dalle varie visite, abbiamo conosciuto una situazione molto grave, anzitutto in riferimento alle strutture: circa il 20 per cento delle carceri italiane insiste in strutture create tra il 1200 e il 1500 e riadattato nei secoli", sottolinea. Per Foglieni quindi "serve dunque un miglioramento delle strutture, che diventino più moderne, una sorta di 'città' con possibilità di attività lavorative e socializzanti perché la finalità della pena rimane sempre quella rieducativa. Altro tema centrale sono i detenuti tossicodipendenti, circa il 30% dei detenuti totali: servono percorsi che garantiscano il diritto alla cura e al reinserimento sociale, fermo restando che bisogna sempre contemperare l’esigenza della punizione con quella della rieducazione", sottolinea ancora Foglieni. E nell'agenda dei giovani avvocati non manca il tema migranti. "Altro aspetto importante -sottolinea Foglieni- è legato ai detenuti stranieri, spesso quelli incarcerati sono uomini senza fissa dimora. Molti si trovano in una situazione nella quale, in presenza di una eventuale misura alternativa, non possono essere mandati in alcuna struttura. C’è un accordo con Anci per adattare strutture che potrebbero ospitare detenuti senza fissa dimora. Un altro tema fondamentale è l’implementazione della magistratura di sorveglianza: nel momento in cui le procedure sono lente, il congestionamento delle carceri è inevitabile". "Altre proposte riguardano la telemedicina nelle carceri, per portare servizi sanitari direttamente all'interno degli istituti penitenziari, e un programma di formazione per garantire ai detenuti l'accesso a percorsi di studio e lavoro qualificanti", conclude. —lavoro/[email protected] (Web Info)