Il governo italiano ha ufficialmente confermato la proroga dell’aliquota ridotta al 5% sui premi di produttività per il 2025. Questa misura, introdotta nel 2023, rappresenta un’importante opportunità per le imprese e un sostegno significativo per i lavoratori con reddito annuo inferiore a 80.000 euro. L’agevolazione fiscale mira a incentivare le aziende a premiare i propri dipendenti, contribuendo così a migliorare le condizioni economiche di una vasta fascia di lavoratori.
I premi di produttività sono incentivi economici erogati ai lavoratori in base al raggiungimento di specifici obiettivi aziendali, come l’aumento della produttività e l’efficienza operativa. Grazie alla tassazione ridotta, le aziende possono erogare premi fino a un massimo di 3.000 euro lordi, applicando un’aliquota sostitutiva dell’Irpef. Nel 2023, circa 2,7 milioni di lavoratori hanno beneficiato di questa misura, con un incremento significativo rispetto agli anni precedenti. Questo ha portato a un aumento del valore medio dei premi, che ha superato i 1.692 euro, segnando un incremento del 4,5% rispetto all’anno precedente.
Guardando al futuro, i premi di produttività potrebbero evolversi per includere criteri legati alla sostenibilità ambientale. La recente approvazione della direttiva europea sulla rendicontazione della sostenibilità suggerisce che le imprese potrebbero adattare i loro obiettivi, premiando comportamenti che contribuiscono al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità. Questo approccio non solo stimola il cambiamento positivo a livello ambientale, ma offre anche un nuovo modo per le aziende di motivare i propri dipendenti.
È importante notare che l’erogazione dei premi di produttività non è uniforme su tutto il territorio nazionale. La maggior parte dei contratti collettivi che prevedono questo tipo di incentivi si concentra nel Nord Italia, con una netta prevalenza di aziende nelle regioni come Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Al contrario, le regioni del Sud, come Molise e Basilicata, registrano un numero decisamente inferiore di contratti collettivi attivi. Tuttavia, secondo gli ultimi dati del Ministero del Lavoro, il numero di lavoratori potenzialmente beneficiari di questi premi è in crescita, con quasi 5 milioni di lavoratori che potrebbero beneficiare di tali incentivi nel 2024.
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