La trasformazione delle candidature grazie all’AI
Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha iniziato a permeare vari aspetti della nostra vita quotidiana, e il mercato del lavoro non fa eccezione. Oggi, un numero crescente di candidati utilizza strumenti di AI per ottimizzare le proprie candidature. Secondo recenti studi, circa il 26% dei cercatori di lavoro si affida a queste tecnologie per migliorare le proprie possibilità di assunzione. Questo fenomeno è particolarmente evidente tra le generazioni più giovani, con il 57% della Generazione Z e il 40% dei Millennials che utilizzano l’AI per redigere CV e lettere di presentazione.
I vantaggi e i rischi dell’ottimizzazione algoritmica
Utilizzare l’AI per creare CV perfettamente allineati alle parole chiave delle offerte di lavoro può sembrare un vantaggio. Tuttavia, c’è il rischio di un appiattimento delle candidature, dove le peculiarità e le soft skills dei candidati vengono oscurate da un’ottimizzazione eccessiva. Un esempio recente riguarda una candidata del settore luxury che, pur avendo un profilo tecnicamente impeccabile, risultava priva di personalità. Questo mette in evidenza come l’AI, pur essendo uno strumento utile, non possa sostituire l’unicità di ogni professionista.
Il futuro delle selezioni: un equilibrio tra tecnologia e autenticità
Secondo le proiezioni di McKinsey, entro il 2027 oltre l’80% delle attività di screening preliminare sarà gestito da sistemi di intelligenza artificiale. Questo solleva interrogativi sulla capacità di questi sistemi di valutare le soft skills e le qualità relazionali, elementi che sono sempre più considerati cruciali dai responsabili HR. La vera sfida per i candidati sarà quindi quella di utilizzare l’AI come supporto per valorizzare le proprie esperienze, senza compromettere la propria autenticità. In un contesto dove le competenze tecniche diventano rapidamente obsolete, le soft skills potrebbero rivelarsi il vero fattore differenziante.