Un quadro economico preoccupante
In Italia, la vita da single sta diventando sempre più costosa. Secondo un’analisi condotta dalla Coldiretti, gli 8,8 milioni di individui che vivono da soli affrontano un costo della vita che è quasi il doppio rispetto a quello di una famiglia media di tre persone. Questo report, pubblicato in occasione del Single’s Day, evidenzia come le spese quotidiane stiano gravando in modo significativo sui bilanci di chi vive da solo.
Spese alimentari: un peso maggiore
Uno dei dati più allarmanti riguarda le spese per alimentari e bevande. Una persona che vive da sola spende in media 337 euro al mese, il 53% in più rispetto ai 220 euro spesi da ciascun componente di una famiglia media. Questa disparità è in gran parte dovuta alla difficoltà di acquistare cibo in porzioni adeguate. Infatti, i formati più piccoli tendono ad avere un costo maggiore rispetto a quelli più grandi, che risultano più convenienti. Inoltre, la crescente tendenza ad acquistare piatti pronti, soprattutto tra i giovani, contribuisce a questa situazione, aumentando ulteriormente i costi e sollevando preoccupazioni per la salute, dato che questi alimenti sono spesso ricchi di additivi e conservanti.
Costi abitativi e altre spese
Oltre alle spese alimentari, anche i costi abitativi rappresentano un onere significativo per chi vive da solo. Secondo la Coldiretti, l’aumento dei costi per le persone sole è pari al 156% rispetto alla media pro capite di una famiglia di tre persone. Gli appartamenti di dimensioni più contenute, infatti, presentano prezzi più elevati al metro quadro, sia per l’acquisto che per l’affitto. Inoltre, le spese per riscaldamento e trasporti aumentano, rendendo la gestione economica ancora più complessa. Le spese per la salute sono cresciute dell’87%, mentre quelle per i trasporti hanno registrato un rincaro del 16%. Questo scenario è ulteriormente complicato dall’invecchiamento della popolazione, con molti anziani che si trovano soli e in difficoltà nel far fronte a spese crescenti.
Inflazione e potere d’acquisto
In questo contesto, l’Istat ha segnalato una leggera discesa del potere d’acquisto in Italia, con un’inflazione annua pari al +0,9% nel mese di ottobre. Tuttavia, i prezzi dei beni alimentari continuano a salire, con un incremento dell’1,5% per i prodotti alimentari lavorati e del 3,3% per quelli freschi. Le associazioni a tutela dei consumatori, come Codacons e Federdistribuzione, esprimono grande preoccupazione per l’andamento dei prezzi, in particolare per quelli alimentari. Codacons ha sottolineato che l’inflazione sui generi alimentari è quasi triplicata rispetto al tasso generale, aggravando ulteriormente la situazione per le famiglie.
Richieste di intervento e futuro incerto
Di fronte a questi aumenti, molte famiglie sono state costrette a ridurre i consumi alimentari, con una diminuzione dell’1,1% delle spese nel 2024. Federdistribuzione ha chiesto che la Legge di Bilancio 2025 venga orientata a sostenere i redditi delle famiglie e a stimolare gli investimenti. La richiesta è chiara: è necessario un intervento per aiutare chi vive in difficoltà a causa degli alti costi, garantendo al contempo uno sviluppo economico sostenibile per il futuro. La situazione attuale richiede attenzione e azioni concrete per migliorare le condizioni di vita di chi vive da solo in Italia.