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Il futuro incerto dell’industria automotive italiana nel 2025

Un cambiamento radicale nella legge di bilancio

Il governo italiano ha annunciato una manovra che prevede una drastica riduzione dei fondi per gli incentivi all’acquisto di veicoli, spostando le risorse verso la difesa nazionale. Questa decisione, che ha suscitato forti polemiche, mette in discussione il futuro dell’industria automotive italiana, un settore che conta oltre 270.000 addetti e genera un fatturato di oltre 100 miliardi di euro. La nuova legge di bilancio per il 2025 non prevede alcun Ecobonus, una misura introdotta nel 2022 per sostenere la domanda di auto elettriche e ibride.

Le conseguenze per il settore automotive

La riduzione dei fondi per il settore automotive è significativa: si passa da 5,8 miliardi di euro a soli 1,2 miliardi, equivalenti a 200 milioni all’anno. Questa cifra è ben al di sotto dei 950 milioni stanziati nel 2024, che già si erano rivelati insufficienti. Secondo Anfia, l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, i fondi rimanenti non saranno sufficienti per garantire la competitività delle aziende italiane nel mercato globale. La mancanza di incentivi potrebbe portare a una diminuzione delle vendite e a una riduzione della produzione, con conseguenze dirette sull’occupazione.

Il contesto europeo e le sfide future

Questa manovra avviene in un momento di forte tensione tra Italia e Unione Europea riguardo alle politiche ambientali. Il governo, guidato da Giorgia Meloni, si oppone al divieto di vendita di veicoli a combustione interna previsto per il 2035, cercando di anticipare la revisione della misura al 2025. Tuttavia, con i nuovi tagli agli incentivi, gli investimenti necessari per sostenere la transizione ecologica sembrano sempre più difficili da attuare. Il 2025 si preannuncia quindi come un anno cruciale per l’industria automobilistica italiana, che dovrà affrontare sfide senza precedenti in un contesto caratterizzato da risorse limitate e crescenti pressioni per la transizione ecologica.

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